Un anno?

Quanto dura un anno?

La prima risposta, quella più istintiva, sarebbe naturalmente “365 giorni!”, e in termini strettamente matematici non sarebbe nemmeno sbagliata…
In questo periodo, in questi giorni, ricorre un anno da quando un vecchio musicista, dopo lustri di inattività e anni di insistenze da parte della sua dolce metà, si è deciso a riprendere in mano uno strumento per cercare di tirarne fuori qualcosa; e lo ha fatto, soprattutto, dopo aver incontrato un certo gruppo di persone motivate ed entusiaste, con le quali è diventato quasi naturale trovare la voglia di collaborare…

Un anno, si diceva, 12 mesi o giù di lì… Un anno di emozioni e di incertezze, all’ inizio, quando ancora non sapevo se sarebbe stato per un mese, per un anno, chissà per quanto…

Un anno di brani provati e riprovati durante le pause pranzo, con qualcuno che sbuffa perché non riesce a sentire la tv… Un anno di grandi musicisti, e di bambini che si emozionano a suonare per la prima volta in gruppo… Di ance che non ne vogliono sapere, di cappelli a punta, di centinaia di sedie spostate di qua e di là, di interminabili pianure che si srotolano ai lati dell’autobus che ti sta portando nella più inaspettata delle destinazioni.

 

Un anno di ragazzi straordinari che suonano come professionisti, e di ex ragazzi che non riescono a stare a tempo in qualche brano dalla cadenza improbabile… Di occhiatacce fulminanti dal Direttore, quando ti sfugge uno dei 5 diesis che ti trovi sistematicamente in chiave, di grandi sorrisi, di complimenti sinceri di sconosciuti, di birre bevute a 1500 kilometri da casa e di tramonti mozzafiato.

Di domeniche pomeriggio a provare, con un occhio allo spartito e uno all’orologio, e di concerti straordinari, con il cuore pieno di orgoglio per tuo figlio che suona nella fila davanti…

Il Tempo, quello soggettivo, interiore, è difficile da quantificare in termini esatti… Il valore delle esperienze che fai, e il modo in cui le vivi, lo dilata e lo modifica, lo trasforma così tanto che ti riesce difficile credere che tutto possa essere successo in un anno, ma ti sembra semplicemente di farlo da sempre.

A presto, e grazie a tutti Voi…

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3 Comments

  1. Benvenuto a bordo Francesco!

    Bellissimo articolo.

    “ti sembra di farlo da sempre” è proprio vero, fa lo stesso effetto anche a me… credo perché diventa coinvolgente ed è facile far diventare le lezioni di musica, le prove con l’orchestra, le esibizioni e tutto il resto, una piacevole abitudine.

    Grazie.

  2. Ti dirò:preferisco la mediocrità scanzonata e, credo, anche consapevole dello stato sociale all”inconsapevolezza dell”impegno di Meta e Moro che sono davvero convinti di fare un pezzo serio e profondo quando invece propongono una serie di clichè zuppi di vuota retorica proponendo un punto di vista ottuso e parziale, laddove son convinti di esprimere grandi concetti. In fondo nella mediocrità in sé non c”è nulla di male e alcuni dei più grandi gruppi punk, rock, pop della musica erano o sono composti da musicisti e persone tutto sommato mediocri, consapevoli di esserlo e felici di sbattersene e semplicemente suonare e divertire e provare a dire qualcosa Penso che siano i due vincitori di sanremo la vera mediocrità, quella che purtroppo non si rende conto di essere solo aria fritta.

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