Quando mi sveglio la mattina…

Se sei in Bulgaria a 1700 chilometri da casa, dopo essere stato apertura ad un festival internazionale del folklore, aver ricevuto applausi ed aver fatto ballare il pubblico e ragazzi di 20 nazioni al tempo di Zorba il Greco o Kalinka, se sei lì a mezzanotte in una trattoria assieme a mezza Orkestra, una fisarmonica, due chitarre ed un rullante, allora capita che la cameriera invece di buttarti fuori, continui a portarti birre e patatine gratis perché la gente si diverte a sentire quella specie di “terzo tempo” che inoltre ti toglie l’adrenalina di dosso.

Tanto è estate…scuole chiuse…nessuno fa caso alla bambina che a notte inoltrata si attarda a battere le mani e divertirsi con noi. È la figlia della “padrona”… cinque anni mi pare, ed Emilia le procura il suo momento di gloria. Chiede di far cantare anche lei e noi ci fermiamo per farle posto. Intona una bellissima canzoncina, “Quando mi sveglio la mattina” o almeno Emy ce la traduce così. Attacca, un giro e Nicola capisce il ritmo, io trovo la minore e Federico va di Fisarmonica…sua mamma, emozionata continua a riprenderci con il telefonino e non è l’unica. Alla fine, dico io, una delle parti migliori di noi è rimasta in Bulgaria per sempre nelle immagini e nel cuore. Verso le tre di mattina usciamo dal locale e l’adrenalina ora è ancora più forte di prima…ma domani, oggi, si prova per un altro concerto…un posto di sogno…un anfiteatro dove suoniamo con il tramonto sul mare alle spalle ed è tutto un girarsi di continuo rapiti dalla bellezza. Si, ho fatto bene a riprendere in mano la chitarra. Ora, finalmente, le mie mani hanno senso e forse tutto ha senso, anche bere una birra a 1700 chilometri da casa sapendo di essere a casa…

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