25 Giugno 2002 – La lunga via del ritorno…

Oggi prove con la neonata “Minicicciola Orkestra”, tranquilli è solo un nome work in progress in attesa che si possa dare un titolo a questa nuova avventura. Avevo pensato altri nomi ma alcuni erano aperti a varie interpretazioni, quelli tipo Wiener, Berliner, erano già in uso ad altri gruppi e quindi per non cadere nel plagio… Dovete sapere che a prove si ricomincia con la ritualità del cazzeggio che è pratica che ai piccoli musicisti piace particolarmente e che fa loro capire quanto divertente sia suonare insieme in una Orchestra. Con Francesco, il fantastico blogger produttore di gadgets bellissimo stavamo discutendo di formare una band di ottuagenari con Franco ed Emilia; naturalmente aggiungeremo qualche altro volontario per abbassare l’età media ed alzare il livello tecnico nonostante siano tre bravissimi musicisti, ma ci serviranno dei turnisti al basso, drums, pianoforte e tastiere o keyboards…in inglese suona più figo… Il primo brano che mi è passato per la testa è questo di Roger Hodgson e dei Supertramp che ha accompagnato i tempi della mia maturità: “The long way home”

Anche questo brano ha una storia. Dovete sapere che circa tredici/ quattordici anni fa, i Supertramp fecero un concerto a Santa Lucia di Piave, avete capito bene, Santa Lucia di Piave!!! Location: prato Fiera! Acquistai i biglietti per la decina di amici che volevano essere dei nostri ed attendemmo il giorno dell’evento in trepidante attesa. La sera arrivammo sul posto verso le 17.00, parcheggiammo vicino al campo, c’era pochissima gente e minacciava pioggia; all’uopo avevamo appresso dei teli da pittura memori di un concerto ad Udine dei Pink Floyd dove smise di diluviare un minuto circa prima dell’inizio. Qui accadde più o meno lo stesso. I nostri posti erano praticamente attaccati alle transenne e gioivamo pensando che saremo stati davanti. Nel frattempo, come da copione cominciò il primo diluvio e sotto ai teli ridevamo dei poverini degli ombrelli sapendo anche che comunque glieli avrebbero fatti chiudere all’inizio del concerto. Sotto l’improvvisato capanno cominciavano le proteste dei bambini che, dopo tre ore di attesa e vari giochi inventati per intrattenersi e distrarli , cominciavano ad avere fame. Le mamme, “de scondion”(poi metto le note a piè di pagina per Emilia) avevano fatto passare panini e bibite di ogni genere tanto da poter offrirne anche al pubblico presente dintorno la nostra postazione. La vera sorpresa fu però un’altra: verso le 20.30 smise di piovere ed uscimmo dal nylon, noi e qualche aggregato in più dell’ultimo momento, e con grande stupore ci accorgemmo che saremmo stati si e no duecento persone…no…ma…c’erano i Supertramp…duecento persone…salta il concerto… Dietro le transenne pre-palco dei Security professionalissimi ci guardavano sorridenti e lo facevano dall’alto verso il basso ma non per spocchia, per semplice dono della natura. Risparmio i commenti delle signore ed arrivo alle 21.00 quando un signorotto con i capelli lunghi sale con la band sul palco, si scoprono due pianoforti neri a coda, saluta in inglese perfetto senza cadere nel solito ridicolo “csiaaooo ittalllia tutti i beliii” e tutte quelle castronerie di cui alcuni personaggi sono capaci ad imbonire e cominciano a suonare per duecento persone…lo so, mi ripeto…ma IO C’ERO!!! ed anche Marco, Paola, che ad un certo punto un gigante della Security me la strappa di mano e la porta oltre la transenna per evitarle guai peggiori visto che la tenevo in piedi sulla stessa…, Nadia, Kevin e la sua famiglia e tutti a ballare come dannati sulle musiche di veri musicisti…poi Roger Hodgson si siede sul grande-coda Steinway che fa esplodere i bassi tonanti di Take the long way home e poi l’armonica che urla riempiendo di brividi la serata estiva…quindi, in un tripudio di note ho ascoltato dal vivo quella che secondo me è la canzone perfetta:”Give a little bit”…una canzone che sembra nata per Orkestra e …dodici corde…una settimana dopo i Supertramp facevano un concerto a Parigi davanti a ventimila persone…gli stessi grandi Supertramp…dopo un anno si sciolsero e Hodgson si impadronì di tutti i diritti della band decretando la fine del brand e di quel magnifico viaggio che fu “Breakfast in America”.

ecco…magari a Natale si parlerà di cuore ancora e noi forse avremo l’occasione di offrirlo al pubblico elegantemente “donandone un pochino” perché poi, come sempre sarà “lunga la via per casa”…

Andrea

Ah…dimenticavo…:

*De scondion: di nascosto

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