Di paese in paese…

Abbiamo concluso l’anno accademico, lo scorso anno, facendo suonare i nostri allievi sotto l’abbraccio di un albero. È stato facile, aggiungere la bellezza della musica alla bellezza della natura e mi è molto piaciuto il parallelismo che ne è nato con il concerto di apertura dell’anno artistico e didattico di sabato sera quando abbiamo accostato la bellezza della musica alla bellezza della piccola chiesa di Candolè. Bellezza su bellezza.

Dopotutto la cultura dovrebbe servire proprio a questo: trovare bellezza. Esatto, trovare.

L’arte crea la bellezza, la cultura aiuta a trovarla.

La bellezza è già lì, serve solo che qualcuno la sveli e, soprattutto, serve che ci sia qualcuno disposto a guardarla. Se è vero che la bellezza sta negli occhi di chi guarda è anche vero che gli occhi vadano in un certo modo indirizzati a ricercare quelli che sono i canoni di una bellezza senza tempo. E questa è la cultura. Non servono grossi effetti speciali (anzi meno ce ne sono meglio è) ma serve piuttosto far vedere da vicino, far toccare con mano, dimostrare, portare la musica là, vicino alle persone.

Quello che possiamo fare noi, nel nostro piccolo, è cercare di destare la curiosità nei confronti di un certo tipo di arte troppe volte relegata in secondo piano, a volte snobbata, a volte considerata addirittura noiosa. Invece non lo è e lo dimostrano gli occhi vispi e brillanti del pubblico di sabato sera.

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Non so se sia stato per la bravura dei nostri ragazzi, che hanno dato prova per l’ennesima volta, di qualità sorprendenti vista la loro giovane esperienza, oppure per il luogo raccolto e spirituale dall’acustica (azzardo il termine) perfetta, o forse dalla voglia di musica e di comunità che aleggiava nell’aria. Ma il risultato è stato… bellissimo.

Lo scopo della nostra associazione, e parlo proprio di quello che c’è scritto nello statuto, è quello di diffondere la musica classica a quante più persone possibile ed è proprio passando di Paese in Paese che si possono trovare momenti come quelli di Candolè, quando magari tra il pubblico si nasconde qualcuno che a fine serata ti regala un momento come questo:

“Ammetto che non avevo mai ascoltato un’orchestra dal vivo prima… è stato emozionante, non credevo che dei ragazzi così giovani potessero suonare così bene… mi ha fatto venire voglia di scoprire cosa si possa provare nell’ascoltare una grande orchestra magari alla Fenice o giù di lì…”

Ecco, grazie.

Penso di parlare a nome di tutto il direttivo della nostra piccola realtà quando dico che questo è il motivo per cui ci diamo tanto da fare per portare la musica in ogni piccolo angolino. Come tanti piccoli, moderni, cantastorie.

Durante lo scorso anno ci siamo incontrati in tutti i paesi qui intorno… dalle piccole frazioni come San Nicolò, a paesi come Motta di Livenza… dai palazzetti dello sport, alla chiesa di Tempio… abbiamo suonato a Salgareda, ora a Candolè… siamo passati da palchi in mezzo a una piazza fino alle piccole sale nelle scuole di tutto il territorio, incontrando pubblico da zero (sì, siamo stati anche in un asilo nido) fino a 90 anni (sì, siamo stati anche alla casa di riposo)… siamo andati fuori provincia, siamo andati fuori regione, siamo andati fuori dall’Italia… Abbiamo raccontato di musiche lontane, dai ritmi dispari, di musiche classiche, mitteleuropee, moderne, da ballo, da film, e ancora antiche, popolari, rock… E tutto in un anno. Via uno, sotto un altro. Si ricomincia, confortati dai risultati e dal bene che ci dimostra la gente alla fine di ogni concerto.

Il prossimo appuntamento è per il 22 e 23 settembre.

Questa volta vi invitiamo a casa nostra, a Ponte di Piave, dove organizziamo una festa nella quale daremo la possibilità a tutti quelli che ci verranno a trovare, di capire cosa significhi fare musica. L’abbiamo chiamato il “Paese della Musica”, perché sono due parole che ci piacciono e ci rispecchiano. La Musica. Il Paese. Sono le nostre dimensioni. Chi era a Candolè sabato sera sa di cosa sto parlando… è quel sentimento di appartenenza alle radici che si prova quando una musica così potente e alta ti invade, ricordandoti chi sei.

Ci vediamo il 22 e il 23 settembre, sperando di incontrare tutti quelli che abbiamo incontrato durante il nostro cammino e sperando di incontrare tante altre persone con cui cominciare nuovi cammini… di Paese in Paese.

 

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Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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