Come SI FA – Paese delle Musica

Oggi non scrivo di musica in senso stretto, mi concedo una divagazione.

Volevo spendere due parole per raccontare come nasce un'idea e come l'abbiamo sviluppata.

Prendo spunto dal recente evento che stiamo organizzando: Paese della Musica.

Il nostro think-tank di creativi (niente paura, siamo sempre noi... solo che fa più impressione scrivere starobaqua) ci ha messo due settimane per partorire la grafica dell'evento.

Devo ringraziare in particolare Nicola per il suo contributo grafico. Perché, se è vero come è vero che abbiamo pensato in tutti, poi il disegno concreto su carta lo ha fatto lui.

L'idea doveva essere quella di trovare un modo di invitare a visitare il Paese della Musica. Abbiamo optato per la semplicità. Pochi elementi, una strada che invitasse a entrare, a mettersi in viaggio, qualche strumento nascosto qua e là, non eccessivamente invadente, che ricordassero però chiaramente le due parole chiave del nostro progetto. Musica e Paese.

Ne è nata questa riuscita integrazione (almeno secondo il mio gusto) che, con la giusta dose (sempre personale opinione) di colore e tratto giocoso, ammicca anche al mondo dei giovanissimi, mantenendo, sempre a mio avviso, l'equilibrio tra serietà e divertimento, tra la rigida compostezza del tratto e l'irregolare interpretazione del colore. Questo rappresenta spesso il compromesso al quale ci dobbiamo adattare anche quando facciamo musica. Se da un lato pretendiamo, e lo facciamo soprattutto dal lato accademico, rigore, precisione, lavoro, attenzione ai dettagli (vedi l'articolo "una scuola difficile"), dall'altro ci troviamo a lavorare anche con bambini che, per forza di cose, non sono professionisti ma stanno imparando. Il risultato, quando si cimentano nell'esecuzione di un brano, non è mai perfetto eppure ne esce sempre un risultato di valore perché traspare l'intensa concentrazione, l'impegno massimo, la volontà di fare qualcosa di bello.

Penso sia quello che contraddistingue anche "Paese della Musica" e la grafica che lo promuove vuole sottolineare questo:

la volontà di fare qualcosa di bello.

Mi soffermo principalmente sull'immagine di presentazione perché, se riesce bene, aiuta a fissare in un solo colpo gli obiettivi, traccia la strada, ci racconta in quale direzione lavorare.

Una volta fissate le coordinate principali del progetto, ognuno all'interno del nostro gruppo si occupa di quello che sa fare. Chi la promozione, chi le pubbliche relazioni, chi le attività, chi i contatti con i collaboratori, chi decidere spazi e tempi, chi prepara i musicisti, scaletta e altro.

Nelle prossime ore inizieremo a presentarvi tutti i protagonisti che ci accompagneranno in questi due giorni di musica, sperando che vogliate venire assieme a noi a conoscerli.

Non vedo l'ora che arrivi sabato per vedere dove ci porterà questa nuova avventura... A presto! 🙂

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Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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