È SEMPRE LA STESSA MUSICA…

Quando vedo sul tg regionale l’immagine delle maestranze dell’Ente lirico Arena protestare per i tagli imposti dalla regione che ne minano la stabilità compromettendo la qualità, ecco… quando vedo ciò mi avvilisco per i grandi autori, Vivaldi, Marcello ed altri, che hanno fatto la fama del Veneto molto prima del prosecco e degli asparagi e continuano ad accompagnarne spesso la degustazione se non altro perché musica derubricata quindi esente dal diritto d’autore. È simpatico come ogni volta ti chiamino a suonare, ovviamente gratis, per fare da contorno a qualche prodotto locale. Così si fa pubblicità, ti dicono, avrà occasione di visibilità, ti ripetono… assaggi questo risotto promozionale! È gratis? Scherza? 20 Euro!!! Beva il calice stellato! Ovviamente è una promozione… sarebbero 15 € per il bicchiere… …allo stesso Tgr, capita poi di sentire: “grande successo dell’orchestra tal dei tali a Tokyo che ha portato in Giappone il vanto tutto veneto della musica di Vivaldi… c’è sicuramente un problema di dissociazione mentale… capiamoci: nessuna contestazione ai fatturati di prosecco ed asparagi, ma non confondiamo la cultura con l’industria. L’industria non è mai una cultura, è piuttosto una moda e come tale destinata a passare. A testimoniarlo decine e decine di capannoni industriali abbandonati che, all’epoca erano considerati simbolo del Veneto operoso… la stessa industria della musica genera mode e più ci si allontana dal periodo classico, più queste mode durano meno… fenonenologia di uno stile… più ci si allontana dal sole meno dura il suo calore. Ecco il Blues, il Rock, i Cantautori, il Punk, la Tecno, la House, il Rap, che continua perché in realtà non è musica ma un riciclo di ritmi dimenticati ed ossessivi sopra i quali esibirsi in slalom linguistici di forma discutibile e metrica anche peggiore. Così capitò che un giorno un noto personaggio, non ancora così importante, agli inizi della sua carriera rapida, quanto inspiegabile, rivolto agli astanti in un contesto culturale a lui sconosciuto, ebbe a dire: “… perché anch’io amo molto le ‘canzoni’ di Verdi!”… Ora capisco perché 500.000 presenze alle produzioni dell’Arena di Verona vengono viste solo come mezzo milione di spettatori e non, come corretto, 500.000 fruitori di servizi per i quali Verona è organizzata. Già, un gran bel giro d’affari… forse, sarebbe meglio investire che ridurre finanziamenti! Già, ma a chi lo dico… facciamoci su un bel “Brindisi”… dalla Traviata, ovviamente! Un abbraccio a tutti i musicisti, attrezzisti, attori, operai, tecnici ed altri dell’Ente Lirico Arena di Verona.

Andrea Tessarollo

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Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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