Creuza de ma’

“…ca ne liga e ne porta ‘n te na creuza de ma’…”

che sembra un dialetto veneto ma De André un po’ odiava i veneti, come quasi tutti i liguri d’altronde, forse per quelle lotte marinaie… Il mare visto sempre dalla riva immaginando le sponde della barca come un proseguire di terra fino alla nuova terra. Ci siamo divisi il mondo con i liguri, loro snobbando Cristoforo Colombo che voleva scoprire le Indie rendendo tonda la terra ed i veneziani che invece partirono per terra con Marco Polo ribadendo la nostra propensione di non staccare mai il piede dal suolo. Ma quando il veneziano passava il limite “dea dogana” e vedeva “a baea de oro” che girava col vento, capiva che molto del suo successo o del suo sopravvivere sarebbe stato affidato al caso, alla fortuna, perché il vero marinaio andava per fortuna e così, il termine “sensa sesto” è termine marinaio che dice di persona difficile da governare perché priva di “sesto” che era il legno principale dello scafo su cui posavano tutte le centine della carena per dare la giusta simmetria alla barca e che, in edilizia, garantisce la forma dell’arco e la sua funzione…”…ca ne liga e ne porta…” una corda marcia di acqua e sale…mi ricorda ancora Dalla:”…se ci fosse ancora mondo…sono pronto, dove andiamo!” …Itaca…sono legato a mare, stelle e…profumi…dopo anni di ricerche sono tornato in porto guidato dalle mie stelle che mi riporteranno in quella “creuza” “stradina” “de ma’…” “di mare” perché noi marinai amiamo ripartire solo per poter osservare le stelle, di notte quando la paura vince la paura e libera il loro profumo…già, il profumo delle mie stelle è chiaro e portato dal vento, mio fratello greco, sul suono di bouzouki…

 si, sono certamente veneziano e ligure ma di sicuro nato in una isola greca dipinta di quel bianco ed azzurro che la tuffa in mare inno alla bellezza. I colori, i suoni, i profumi e le stelle a riempire il tempo dettato da nodi e sartiame, da vele gonfie o bonacce infinite, incubo di ogni marinaio…così, sospeso tra acqua e cielo vago da sempre per vie che apro di prua e che il mare cancella pazientemente di poppa lasciandomi talvolta alla deriva dei miei pensieri senza senso…come non ha senso cio che scrivo…o faccio…come andar per mari…ma se questo è destino, lascio che mi porti per sempre a caccia di stelle tra gli sguardi compassionevoli di chi, sulla spiaggia, non riesce a staccare…già, si dice così in musica…staccare…vorrà pur dire qualcosa…

Posted in O.W.O.L..

Ho la testa tra le nuvole quel tanto che basta per bucarle e vederci dietro un po' di sole anche nelle giornate più grigie.

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